L’Italia di Berlusconi non è quella che vi stanno raccontando
Ritratto di un Paese che sta perdendo il suo futuro.
Il Governo Berlusconi ha compiuto un anno. Un anno che per l’Italia si è fatto sentire. Ma non nel modo in cui vi hanno raccontato, non per i successi che dicono di aver raggiunto. La realtà, quella della vita vera degli italiani, è molto diversa: il nostro è un Paese più povero, più ingiusto, più insicuro, più disinteressato all’ambiente e al futuro. La sua fotografia, che poteva essere anche peggiore senza l’impegno dell’opposizione in Parlamento, la trovate in queste pagine. Accompagnata dalle nostre idee, quelle per l’Italia che vogliamo.
... non dà risposte di fronte alla crisi
Di fronte alla crisi tutta l’Europa si è mossa. L’Italia no. Forse non tutti sanno che il governo Berlusconi è l’unico a non aver stanziato risorse vere per contrastarla. Lo dice il Fondo Monetario Internazionale: siamo fermi a
llo 0,2% del Pil contro il 2,3% della Spagna e l’1,6% della Germania, solo perfare due esempi. La realtà è che per sostenere salari e stipendi degli italiani, tra i più bassi d’Europa, le misure del governo sono state del tutto insufficienti.
E questo mentre l’UE stima il nostro tasso di disoccupazione, oggi al 6,8%, all’8,8% nel 2009, con previsioni del 9,4% per il prossimo anno. Vorrebbe dire 2 milioni e 300 mila disoccupati, 600 mila più di oggi.
Disoccupati
2.300.000 nel 2010
Pil
meno 5,9 %
... non è un Paese giusto e solidaleForse non tutti sanno che nel nostro Paese gli ammortizzatori sociali non li hanno la metà dei dipendenti del settore privato, vale a dire 7 milioni e mezzo di lavoratori, e non li hanno 3 milioni di persone che lavorano con un contratto precario. Il governo ha ridotto le politiche sociali e la social card è stata un vero fallimento: doveva andare a 1 milione 300 mila cittadini, ma al 5 aprile scorso solo 517 mila carte erano cariche. Per non parlare dei disagi nel suo utilizzo e del fatto che alle risorse destinate alla carta, 450 milioni di cui solo 200 stanziati dal governo, è corrisposta una equivalente riduzione dei
trasferimenti per iservizi offerti dai Comuni. La realtà, così, resta quella descritta dall’Istat: a vivere in povertà oggi sono 2 milioni 653 mila famiglie e 7 milioni 542 mila individui. La realtà è quella di una sanità pubblica pesantemente colpita dai tagli: meno risorse per la manutenzione e la costruzione degli ospedali, meno posti letto, meno cura della salute dei cittadini. In compenso dal 1° maggio sono aumentati, anche del 20%, i pedaggi autostradali. Il governo ha regalato una concessione di trent’anni: le tariffe aumentano in base all’inflazione, non più tenendo conto degli investimenti e delle manutenzioni fatte, e cioè dell’attenzione per la sicurezza. Forse non tutti sanno che dietro tante belle parole sul Mezzogiorno, la realtà è che il governo lo colpisce con sistematici tagli agli investimenti infrastrutturali e con la cancellazione del credito d’imposta automatico per le imprese. Ed è realtà il fatto che il Fondo per le aree sottoutilizzate è stato usato come un “bancomat”, dal quale sono stati prelevati 17 miliardi di euro per fare altro, ad esempio per finanziare il taglio dell’Ici per i più ricchi.
Fondo politiche sociali meno 660 milioni di euro
Mezzogiorno meno 17 miliardi di euro
Sanità pubblica
meno 7 miliardi da qui al 2010
Pedaggi autostradali
aumenti fino al 20 %
... non è un Paese per i lavoratori e le famiglie
Forse non tutti sanno che in un Paese in cui un lavoratore su otto è precario, il governo introduce il divieto di reintegro in seguito a sentenza del tribunale e blocca la stabilizzazione dei precari delle pubbliche amministrazioni avviata a suo tempo dal Governo Prodi. E la realtà, così, è che entro luglio perderanno il posto, dopo aver lavorato per anni, più di 50 mila persone.
E se una donna lavoratrice vuole diventare madre, oggi più di ieri, rischia di essere licenziata: il governo ha deciso la soppressione della legge, introdotta dal centrosinistra, che evitava la piaga delle “dimissioni in bianco”, quelle pretese dal datore di lavoro al momento dell’assunzione. Forse non tutti sanno che questo è il governo che svuota e rinvia l’entrata in vigore delle norme e della legislazione sulla sicurezza del lavoro, vuole limitare i controlli degli ispettori e ridurre le sanzioni previste per i datori che non osservano la legge. L’Italia, così, continuerà ad avere il terribile record delle morti sul lavoro, le “morti bianche”. Forse non tutti sanno che a non beneficiare del bonus famiglia inserito dal governo nel decreto anticrisi sono proprio le famiglie numerose, quelle che hanno più figli e quindi più spese
... non è un Paese che riconosce l’onestà
Forse non tutti sanno che il governo ha smantellato le norme per contrastare l’evasione fiscale e ha dimezzato le sanzioni per chi evade. Le conseguenze reali? Le entrate dello Stato sono crollate, i disonesti continuano a non pagare le tasse e milioni di italiani perbene sono sempre più tartassati, visto che la pressione fiscale è al livello più alto degli ultimi dieci anni.
Pressione fiscale
più 0,7 %, pari al 43,5 %
(Previsione 2009 - Fonte Ministero Economia)
Entrate Iva
meno 10,6 %
(Primi tre mesi 2009 - Fonte Ministero Economia)
Entrate tributarie
meno 5,4 %
(Primi tre mesi 2009 - Fonte Banca d’Italia)
... non è un Paese per giovani
Il governo non vede una realtà che ogni paese europeo mette al primo posto: i giovani, con il loro sapere, sono la chiave per entrare nel futuro. In un settore decisivo come quello dell’istruzione taglia con l’accetta e alla cieca. Gli insegnanti e i professori sono un numero da far quadrare. Gli edifici scolastici un problema secondario. Il maestro unico e il voto in condotta uno specchietto per le allodole per nascondere che nella scuola e nel domani non si crede e non si investe. Forse non tutti sanno che le uniche misure riservate all’Università italiana sono stati i tagli per oltre un miliardo e mezzo e il blocco del turn over. La realtà continua ad essere quella di un Paese che è “maglia nera” per numero dei giovani laureati e che investe in ricerca e sviluppo la metà di quanto in media non si faccia nel resto d’Europa. (Tra i 24 e i 34 anni in media, in Europa, il 30% dei giovani è laureato. In Italia solo il 19%. In Europa in ricerca e sviluppo si investe in media il 2% del Pil. In Italia solo l’1,1%)
Istruzione e cultura
meno 7 miliardi e 832 milioni
entro il 2012
meno 2 miliardi nel 2009
Docenti
meno 87 mila posti entro
il 2012
42.100 posti già tagliati
Personale ausiliario
tecnico amministrativo
meno 43 mila posti
entro il 2012
15.300 posti già tagliati
... non è un Paese per l’ambiente
La realtà, nei grandi paesi d’Europa, è che l’ambiente è un bene da tutelare, non da saccheggiare. In Italia, e solo da noi, c’è invece un governo che promuove in materia urbanistica la deregulation, presenta un piano casa nato senza alcuna preoccupazione per la qualità del territorio e la sicurezza degli edifici, cerca di eliminare le agevolazioni per gli interventi sul risparmio energetico delle abitazioni. La realtà è che di fronte alla crisi, l’ambiente è un’opportunità per crescere e creare nuovi posti di lavoro, non un problema. Nel nostro Paese, invece, c’è un governo che non si preoccupa dei cambiamenti climatici, si avventura in un generico ritorno al nucleare, riduce gli incentivi per le fonti rinnovabili, deprime le piccole e medie imprese che operano nel campo dell’innovazione ambientale. (Rinviato l’obbligo per le nuove abitazioni di installare pannelli solari e fotovoltaici)
... non è autorevole agli occhi del mondo
L’Italia ha perso autorevolezza sulla scena internazionale e non rispetta gli impegni presi per gli aiuti allo sviluppo: i fondi ad essi destinati sono anzi stati tagliati del 50%. Freedom House, l’istituto di ricerca che studia il livello di libertà democratica nel mondo, ha collocato l’Italia di Berlusconi tra i paesi par-zialmente liberi. Il motivo? Innanzitutto la libertà di stampa, e cioè “l’uso crescente di tribunali e leggi sulla diffamazione per limitare la libera espressione” e “i timori relativi alla concentrazione di mezzi di comunicazione pubblici e privati nelle mani di un unico leader”.
Libertà di stampa
Italia al 73° posto
... non è un Paese per la cultura
Forse non tutti sanno che in un anno sono stati chiusi più di quattrocento teatri, il cinema è stato lasciato senza ossigeno, sono state commissariate molte fondazioni liriche e sono a rischio di imminente smobilitazione strutture musicali e festival internazionali. Coerente con tutto questo, il taglio di 200 milioni di euro subito dal Fondo unico per lo spettacolo. La realtà è che uno dei nostri beni più preziosi, la cultura, per il governo è una cosa secondaria.
Spettacolo
meno 200 milioni di euro
... non è un Paese uguale per tutti
Lo si è visto subito: appena insediato, il governo ha varato, in tempo record e mortificando il Parlamento, il Lodo Alfano. Con un grave strappo al dettato costituzionale, è stata garantita l’immunità al Presidente del Consiglio e alle più alte cariche istituzionali. La realtà, per il governo, è racchiusa in un principio: alcuni cittadini, di fronte
alla legge, sono “più uguali” degli altri.
... non assicura una giustizia efficiente
In un settore delicatissimo come la giustizia la durata dei processi è sempre più lunga e la certezza della pena è un miraggio. L’unica cosa certa sono i tagli del governo che colpiscono in particolare l’edilizia carceraria e il reclutamento di nuovi agenti di custodia. Forse non tutti sanno che il disegno di legge sulle intercettazioni dice di difendere la “privacy”, mentre in realtà indebolisce la ricerca della prova, strumento in questi anni indispensabile per risolvere casi di criminalità organizzata, terrorismo, estorsioni e pedofilia. Forse non tutti sanno che il governo continua a prorogare, mettendone anche in discussione la retroattività, l’entrata in vigore della legge sulla class action, fondamentale per tutelare migliaia di cittadini consumatori che hanno visto colpiti i loro diritti e chiedono giustizia.
Giustizia
meno 800 milioni di euro
Lentezza giustizia civile
2.269 milioni di euro persi
dalle imprese
Class Action
Rinviata l’entrata in vigore e cancellata la retroattività
Stop alle liberalizzazioni Assicurazioni, banche,
trasporti: penalizzati sempre i consumatori
... non è un Paese che investe sulla sicurezza
Parlano tanto di sicurezza, ma l’unica cosa reale sono i tagli alle risorse per le forze dell’ordine. Il resto sono parole, come la propaganda sull’impiego di soldati, peraltro in numero insufficiente e non appositamente addestrati, o peggio ancora misure come le ronde, che vanno contro la dignità e la professionalità delle forze di polizia e alimentano il pericoloso concetto della “giustizia privata”.
Sicurezza e difesa
meno 3 miliardi di euro
meno 40.000 addetti
Fonte: Sindacati e Cocer, 2008
... non ama il tuo Comune
Il governo è federalista a parole e centralista nei fatti. Forse non tutti sanno che in realtà ha sistematicamente colpito l’autonomia finanziaria dei comuni e delle province con l’abolizione completa dell’Ici sulla prima casa per i più ricchi senza compensare adeguatamente i comuni, con il blocco dell’autonomia impositiva degli enti locali, con il taglio dei trasferimenti e dei fondi per le politiche sociali e con un patto di stabilità molto restrittivo.
“ L’ITALIA CHE VOGLIAMO…
... è vicina alle persone e alle imprese
Se alla sua base c’è, a livello mondiale, l’enorme disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza, la crisi può essere l’occasione, per l’Italia, di tornare a crescere in modo più giusto. Il Partito Democratico ha per questo proposto misure come il contributo di solidarietà e come l’assegno di disoccupazione per chi perde il lavoro e non può godere di ammortizzatori sociali. E alle imprese, lo Stato deve garantire un sostegno per accedere a tutto il credito di cui hanno bisogno e l’immediato pagamento da parte della Pubblica Amministrazione dei debiti per le forniture di beni e servizi.
Piccole e medie imprese: favorire l’accesso al credito
Assegno mensile ai disoccupati
il 60 % dell’ultimo stipendio
Contributo di solidarietà a favore dei poveri
2 % su redditi superiori a 120 mila euro
... è un Paese civile
Noi rifiutiamo l’equazione “immigrazione uguale insicurezza”. Le ronde, i medici e i presidi “spia” degli immigrati clandestini, proposte assurde come quella dei posti sulla metropolitana riservati ai residenti, conducono su una strada pericolosa, fatta di esclusione e di odio. L’Italia che vogliamo crede all’integrazione e su di essa punta per costruire la società del futuro. È il riconoscimento dei diritti, che porta al rispetto dei doveri e alla crescita della sicurezza e della convivenza civile.
... è un Paese unito
È grazie all’opposizione del Partito Democratico che l’originario disegno di legge “Calderoli” sul federalismo fiscale non esiste più e che le sue disposizioni iniziali, infarcite di egoismo territoriale, sono state sostituite da un testo più conforme al dettato costituzionale, più solidale e responsabile.
... è un Paese che non ha paura
Per noi la sicurezza non è solo contrasto all’“emergenza”. È affermazione quotidiana della legalità, è impegno per liberare intere aree del Paese dalla morsa della criminalità organizzata e per difendere i cittadini dai reati che rientrano nella cosiddetta “microcriminalità” ma che in realtà possono sconvolgere una vita. È così per la violenza alle donne, contro la quale abbiamo fatto approvare una legge, quella sullo stalking, sulle molestie, nata sulla base del lavoro del centrosinistra nella passata legislatura.
... ha una giustizia che funziona
Per riformare la giustizia italiana servono non i soliti annunci, ma fatti concreti. Quelli contenuti nelle proposte che il Partito Democratico non si è mai stancato di avanzare, tra le quali l’introduzione dell’ufficio del processo, la costituzione definitiva della Scuola della magistratura e il Centro unico nazionale di ascolto per le intercettazioni,
già previsto dall’ultimo governo di centrosinistra.
... non spreca i soldi degli italiani
La proposta del PD di votare nello stesso giorno per europee, referendum e amministrative avrebbe permesso di risparmiare 460 milioni
di euro. Nonostante la crisi il Governo ha detto no
... è un Paese che guarda ai giovani e al futuro
I giovani, la loro formazione, la loro professionalità, sono la vera risorsa di ogni Paese. L’Università e la ricerca hanno bisogno di più autonomia, più valutazione e riconoscimento del merito, più investimenti pubblici e privati, più concorsi aperti e trasparenti, senza nepotismi, localismi e lobbismi
Mezzogiorno
100 mila stage retribuiti per diplomati e laureati al Sud
Enti locali
allentamento del patto di stabilità per gli investimenti
... è un Paese che valorizza l’ambiente
L’ambiente, la green economy, per un Paese come il nostro sono la chiave per uscire dalla crisi e delineare un nuovo modello di sviluppo. L’Italia deve imboccare con decisione la strada dell’innovazione, della ricerca, della diffusione delle fonti rinnovabili. E quindi più veicoli elettrici e ibridi, più sistemi di mobilità alternativa, più norme e incentivi nel segno del risparmio e dell’efficienza energetica.
“ ... è di nuovo un bel Paese
Per 21 volte l’opposizione ha battuto l’ampia maggioranza alla Camera nelle votazioni su provvedimenti in materia economica, di sicurezza pubblica, lavoro e libertà personale
Percentuale di partecipazione alle votazioni in Aula alla Camera
Partito Democratico 80,03 %
Lega Nord 79,60 %
Popolo della Libertà 74,03 %
Unione di Centro 73,48 %
Italia dei Valori 69,78 %
Misto 65,91 %
Un Parlamento mortificato
Il Governo legifera con decreto, l’uso continuo del voto di fiducia (ben 18 volte) costringe il Parlamento a ratificare senza discutere:
75 Totale leggi approvate di cui
33 Decreti legge
35 Ratifiche trattati e ddl del governo
7 Leggi di iniziativa parlamentare
PER SAPERNE DI PIU’:
www.deputatipd.it PER SAPERNE DI PIÙ