mercoledì 8 luglio 2009

SALVAGUARDIAMO LE COSE BUONE CHE DANNO SENSO ALLA CITTA'

L’articolo che segue pubblicato dalla signora Franzoni, mi fa riflettere su quante opportunità di incontro, di socializzazione, di cultura, offra in realtà la nostra città. Purtroppo, a mio giudizio, queste iniziative non sono abbastanza note ai cittadini che, a volte ne vengono a conoscenza per caso. Mancano cioè di coordinamento e di visibilità. Penso che gli assessorati alla cultura ed al welfare dovrebbero aprire un punto di ascolto per fare una vera e propria mappatura delle iniziative socio-culturali che la città offre nel corso dell’anno. In questo modo l’amministrazione comunale può sia coordinarle, evitando, ad esempio, inutili sovrapposizioni, oppure abbinando iniziative che siano collegabili tra loro, sia darne il giusto rilievo con periodiche comunicazioni (affissioni pubbliche in luoghi strategici con date, orari, luoghi…).In questo modo, l’amministrzione comunale avrebbe un ruolo di regia organizzativa con l’obbiettivo di valorizzare il più possibile tutte le iniziative che la città già offre.Questo mi sembra anche un buonissimo modo per fare “cultura” quotidiana, la più utile per noi cittadini.


di Flavia Franzoni (Pubblicato sul Blog di Repubblica Bologna: http://balzanelli.blogautore.repubblica.it)
Tre giorni alla settimana dalle 18 alle 20 al Giardino del Guasto si vedono giocare più di 50 bambini. Un gruppo coinvolto in giochi organizzati, altri che fanno tranquillamente il bagno nelle strane vasche disegnate dall´architetto Rino Filippini. E insieme ci sono mamme (nonne nel mio caso perché accompagnavo due nipotini) e volontari del quartiere che "badano" ai bambini e chiacchierano, vicino ad uno dei luoghi più difficili della città, Piazza Verdi. Un po´ di controllo del territorio, un po´ di cittadinanza attiva. Anche in altri luoghi a Bologna puoi incontrare questi "climi", nelle tante feste scolastiche di fine d´anno in cui si sperimenta il diverso modo di mangiare delle famiglie immigrate. Feste sempre arricchite da recite, cori e poster che raccontano di visite a musei, teatri, o giardini botanici, etc.) testimoni della ricca didattica in cui si sono impegnati tanti maestri ed educatori (e qualcuno pensa di poterne fare a meno!). Insomma nella nostra città, pur con tutti i suoi difetti, ci sono luoghi e momenti in cui si è un po´ più contenti. E osservando queste cose, mi vengono in mente tanti altri episodi, anche molto diversi. Sono capitata ad un concerto di clavicembalo organizzato nell´ambito del Festival di Santo Stefano, organizzato per raccogliere fondi necessari al restauro della basilica. Ad ascoltare un sorprendente e raffinato concerto di Bach tanti appassionati ed esperti, ma anche persone come me che si lasciano semplicemente coinvolgere dalla dolcezza dell´incontro tra la musica e l´ambiente. Sono stata poi presente per caso in Piazza Maggiore dove si proiettava "Tempi difficili", di Luigi Zampa, recentemente restaurato dalla Cineteca di Bologna. Un film bello, che ha catturato la gremitissima piazza per la sua attualità seppure girato nei primi anni del neorealismo (1948). E poi la sala Marco Biagi , piena di studenti delle scuole superiori per l´evento finale dei Laboratori di scrittura e video organizzati dal Teatro del Pratello quest´anno dedicati ai "Dialoghi sul pregiudizio" in cui hanno lavorato insieme i ragazzi ospiti dell´Istituto Penale Minorile e quelli delle scuole bolognesi. Bologna offre tante occasioni culturali in cui «si sta bene» perché le condividi con molti amici. Pensiamo all´Aula magna di Santa Lucia straripante di persone e di tanti ragazzi che ascoltano la lettura dei classici organizzata dal Dipartimento di latino. E tante altre iniziative distribuite nei nostri quartieri.
Ma ci sono altre immagini che danno senso alla città. Nei giorni scorsi per le strade di Bologna si avvistavano tanti gruppi di ragazzini (identificabili dai cappellini di riconoscimento) coinvolti nelle varie iniziative di «Estate ragazzi». Molte Parrocchie e tanti volontari offrono alle famiglie una occasione educativa, ma anche un aiuto per «tenere i bambini» nelle settimane difficili in cui le scuole sono chiuse e le famiglie non sono ancora in vacanza. E questo fa incontrare nelle sale e nei cortili parrocchiali bambini e famiglie diverse per reddito, cultura etnia. Un modo di autorganizzarsi della comunità. Naturalmente tutte queste iniziative affiancano e non sostituiscono il lavoro delle istituzioni pubbliche. E ce ne sono tante ancora (ho richiamato quelle che ho "incontrato" nelle ultime settimane). Non so se, rispetto ad altre città, abbiamo più o meno di queste iniziative. So però che quelle che abbiamo sono spesso di qualità, che i cittadini le sentono loro (e molte durano da anni) e che vanno meglio conosciute e valorizzate. Certo dobbiamo anche cancellare i graffiti, perché sono una distruzione del patrimonio di tutti. Alla mattina non vorremmo più trovare Piazza di Santo Stefano piena di bottiglie rotte e vorremmo che, ad una certa ora, si rispettasse il sonno dei residenti. Ma dobbiamo anche avere cura e tutelare le iniziative belle, ed essere riconoscenti ai tanti che se ne occupano. Questo per salvaguardare una particolarità di Bologna che è quella di saper «comporre» iniziative grandi e piccole. Molte di qualità, ma sicuramente tutte utili per costruire una comunità.
(Bologna,08 luglio 2009)

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Sono candidata al consiglio comunale di Bologna con il Partito Democratico per Delbono sindaco

LE RAGIONI DEL MIO IMPEGNO
Mi sono iscritta al PD a Roma, dove lavoro spesso. Bologna e l’Emilia mi fanno da scuola. Non c’è buon governo senza buona sanità. Bologna lo ha insegnato con assessori come Eustachio Loperfido. Per questo la lotta qui è più importante. Ho chiesto di candidarmi per lottare insieme a chi sa unire, armonizzare stato sociale, conti economici, sviluppo. Lottare comunque, insieme. Ognuno portando il proprio cuore e il proprio cervello per difendere e migliorare una cultura, un ambiente, rapporti fra persone, sicurezze, tollerenze, bellezze da condividere. Voglio una Bologna, un’Italia che siano governate da donne e uomini. Non da Re Guaritori grandi e piccoli.

LIBERTA’ E’ PARTECIPAZIONE
Mancano i soldi, il governo Berlusconi taglia i finanziamenti ai Comuni. La crisi, l’attacco della destra devono farci tirar fuori tutta la nostra fantasia e la bellezza del lottare. Con concretezza, convinzione, umiltà. Questo credo sia il compito di un consigliere comunale: facendo funzionare al massimo la testa senza montarsi la testa.
Ancora più nella situazione attuale, dobbiamo far bella Bologna nella sua quotidianità. Nei quartieri e nel centro, nel traffico, nei portici, nei muri, nelle vetrine. Nei servizi sociali e sanitari, nella casa. Agire con i soldi che abbiamo, cambiare abitudini sbagliate, studiare insieme soluzioni. Inventarsi una partecipazione per il nuovo Millennio. Creare la Bologna dei cittadini. E’ la nostra proposta a un’Italia che vogliamo cambiare.

VIVA I QUARTIERI
Bisogna far cultura tutti i giorni, in tutti gli ambiti. Il degrado nasce dal distacco fra una città e i suoi abitanti. Quelli nati qui, quelli che vi arrivano per studiare e lavorare o solo per sfangare la vita. Gli immigrati. Folla composita. Non un tutto unico da incontrare in modo razziale, razzista.
Avete presente la gentilezza, la disponibilità, l’arguzia che si porta dietro un sacco di gente di Bologna? Si possono promuovere gruppi che passano in rassegna il proprio quartiere, segnano quello che non va: bidoni della spazzatura, scritte, sporcizia e via di seguito. E segnalano cosa si può fare. Riunirsi per decidere il da fare. Il Consiglio di quartiere diviene strumento di partecipazione quotidiana. Nessun miracolo, nessun paradiso, miglioramenti giorno per giorno. Bisogna inventarsi un modo di stare insieme. Bar disposti ad organizzare tornei, mini feste di strada, parrocchie da collegare, negozi da salvare, tanto si può escogitare, fare.

PITTORE TI VOGLIO PARLARE
La zona universitaria e il centro in genere sono l’immagine di Bologna. La sua difesa sia affidata al controllo notturno di pattuglie di vigili urbani che segnalino e impediscano devastazioni, scritte, porcherie varie. Non fermandosi al centro ma estendendosi a tutta Bologna. In contatto con Ps e Cc.
Bisogna coinvolgere i giovani, gli studenti. Cercare di portare i writer, i graffitari della bomboletta a ragionare su cosa farebbero se potessero pensare un pezzo di strada. Cosa programmerebbero, invece di scarabocchiare una scritta e scappare. Tramutare i nuovi barbari in nuovi cittadini. Senza rinnegare la loro cultura. I vandali veri possono essere isolati solo dagli altri giovani, in un confronto continuo, programmato, fin istituzionale.

NEGOZI, PORTICI, TRAFFICO
La bellezza non va però tutelata a senso unico. Bologna non può permettersi vetrine brutte. Il problema è della Sovrintendenza, ma le associazioni dei commercianti non possono non ragionare sul , sul rapporto fra negozi, mercanzia, serrande, insegne, interni per fare di Bologna una città con un richiamo ad hoc. Le strade di Bologna sono questo. Monumenti.
I portici sono questo: monumenti. La manutenzione non riguarda il pezzetto privato, ma deve coinvolgere tutto il percorso. Bisogna inventarsi strutture anche istituzuonali ad hoc.
Il traffico e la sua regolamentazione devono essere inseriti in questa visione di città bella, da godere. La mobilità è decisiva, ma lo è anche liberare il più possibile strade che sono il racconto di Bologna. Bologna non ha grandi monumenti, ma è un monumento come città. su questo bisogna ragionare. in tutte le città del mondo i centri che hanno risolto il problema del traffico (con garage, parcheggi, anche divieti) si sono arricchiti e hanno arricchito chi ci lavora. Punto spinoso da sempre, ma da affrontare a Bologna una volta per sempre.

DALLA VIA EMILIA AL WEST
La città è storia e mito: tanto più una città come Bologna. Bologna può diventare la CAPITALE SIMBOLICA di una storia cittadina che si fa storia nazionale. Formazione della città, dello Stato. Commerci. Integrazione. Giovani e vecchi. Cittadinanza. Cittadini e forestieri. Ospitalità. Guerra. Pace, Fede. Epoche. Valori. E' una storia in divenire.
Attorno si può creare un meccanismo vivo. Incontri, conferenze, spettacoli. Coinvolgimenti delle realtà locali. Università in testa, artisti, musicisti. Anche così si può tentare di recuperare, contattare i . I giovani. Insieme a loro, ricostruisci la storia.
Usare i contenitori esistenti, trovarne altri, come per il Museo della Memoria. Per ogni contenitore, una parola-chiave attorno a cui costruire il senso dell'intervento. Una specie di vocabolario cittadino. Un percorso fondato sulle PAROLE che costruiscono una città. Un esempio: via Fondazza. Ovvio il riferimento a Giorgio Morandi. Ma si potrebbe innalzare in quel luogo il discorso sulle ombre. Ombre di Morandi, ombre dei portici, convivenza, socialità dei portici, passeggio, pioggia combattuta. Se uno vuole pure OMBRE di Bologna: i suoi misteri, le sue lotte.

SCUOLE E MUSEI PER DIVERTIRSI
Il Comune di Bologna deve aprire uno “Sportello della Cultura” per tutti quelli che nella nostra città si occupano di cultura per ascoltare le loro richieste, iniziative. Per coordinarle in modo che la comunicazione sia univoca, faccia sistema.
Quasi ogni facoltà universitaria ha un suo museo, una sua biblioteca. Sono luoghi da vivere per la città. Creando uno scambio cittadini-ateneo con cui si combatte anche il degrado. Nella zona universitaria c’è anche il Teatro Comunale. Inventrasi eventi aperti al pubblico gratis in occasioni di grandi opere liriche o grandi concerti usando i musicisti, i cantanti. Abbinando il tradizionale al moderno.
Il Comune non ha finanziamenti sufficienti per l’estate. Teniamo aperti i musei alla sera. E’ anche il modo per creare un filo rosso, mostrare davvero che i musei sono Bologna.Quasi tutti i musei hanno un giardino interno. Animiamolo con musica, bar ed arrichiamolo con esposizioni estemporanee di artisti bolognesi. Oppure organizziamo in una piazza o in un cortile una sorta di gara tra scuole di ballo (a Bologna ne abbiamo tantissime), magari con i ballerini che trascinano gli spettatori.
L’abbiamo già fatto, rifacciamolo.
Oltre ai presidi delle facoltà universitarie occorre avvicinare i presidi delle scuole medie inferiori e superiori. Già esiste una sorta di esibizione teatrale tra le varie scuole superiori di Bologna. Occorre incrementare queste iniziative. Perché non rimangano di nicchia (solo parenti ed amici degli attori in miniatura) BISOGNA COINVOLGERE QUALCHE ATTORE PROFESSIONISTA, bolognese o di passaggio, allargare il discorso sul teatro, la vita di un attore, i grandi che hanno fatto il teatro….
Altro punto focale da valorizzare è l’Accademia di Belle arti, anch’essa nella “famigerata” zona universitaria. In quella sede già si tengono corsi sulla comunicazione dell’arte ed altro ancora. Già fanno qualcosa, ma per il momento è tutto a spot. Il cittadino passa per caso ad esempio in via Guerrazzi e trova sotto il portico un laboratorio di avvicinamento all’arte dedicato ai bambini della scuola materna ed elementare. Questi eventi non devono più essere casuale.

LA RETE DELLO SPORT
Chiamiamola RETE DELLO SPORT. Il termine figlio dei computer è abusato ma dà un’idea precisa quando si parla di amministrazione e della necessità di collegare le diversità, mantendole e insieme coinvolgendole in un programma unico. La Rete dello Sport può essere una grande opportunità per Bologna. Come realtà amministrativa ed esempio nazionale. La mia proposta è Vincolare la costruzione di qualsiasi impianto sportivo (e di ogni progetto ad esso annesso) all’impegno legale da parte degli operatori di procedere alla manutenzione di una serie di strutture sportive esistenti(centri civici, campi da calcio e basket, di sport vari, piscine, palestre). Vincolo con numero fissato di anni, da ridiscutere alla scadenza. Indispensabileun accordo con il Provveditorato agli studi ed il coinvolgimento dei Comuni nella zona metropolitana di Bologna. L’obiettivo è: Non costruire se non si recupera l’esistente. E’ una vera strategia politica, economica, culturale, di educazione civica ed azione programmatica

PROGETTO PROSPERITA’
Prospettive strategiche e linee di proposta per il settore delle scienze della vita e delle applicazioni sanitarie
Le scienze della vita costituiscono la più importante e completa piattaforma di convergenza fra scienza fondamentale, aggregazione tecnologica, organizzazione dei sistemi di cura e personalizzazione dell’assistenza. Per questo è importante governare il complesso della catena del valore dalla ricerca fondamentale alle organizzazioni diagnostico-terapeutico-riabilitative territoriali. Lo sviluppo clinico è il perno tra ricerca, applicazione e diffusione di conoscenza. Tra apprendimento e momento organizzativo anche terapeutico. Soprattutto in relazione alle possibilità aperte dalle biotecnologie e anche all’integrazione, nel settore biomedicale, con le esigenze tecnologiche che si profilano all’orizzonte. L’obiettivo è lavorare sulla sanità territoriale affinchè entri nel grande circuito della ricerca clinica, snellendo le procedure, coinvolgendo i medici di medicina generale, gli infermieri dell’assistenza domiciliare, i poliambulatori. Si otterrano, aggiornamenti professionali, cure più avanzate, entrate economiche, utili alla sanità in questo momento di grandi tagli agli enti locali.

QUESTA E’ LA CITTA’ DOVE VOGLIAMO VIVERE

"Io sospiro per Bologna... dove i forestieri non trovano riposo per le gran carezze che ricevono... in Bologna, nel materiale e nel morale, tutto è bello... gli uomini sono vespe senza pungolo; e, credilo a me, la bontà di cuore vi si trova effettivamente, anzi vi è comunissima, e che la razza umana vi è differente da quella di cui tu ed io avevamo idea". (Giacomo Leopardi)


IL 21 e 22 GIUGNO VAI A VOTARE AL BALLOTTAGGIO

IL 21 e 22 GIUGNO VAI A VOTARE AL BALLOTTAGGIO
ORA FACCIAMO VINCERE DELBONO


ELEZIONI PER IL CONSIGLIO COMUNALE DI BOLOGNA

ELEZIONI PER IL CONSIGLIO COMUNALE DI BOLOGNA
VOTA BECCARI - PER LA CITTA' DOVE VOGLIAMO VIVERE

Elezioni al Parlamento europeo del giugno 2009